L’entrata in vigore della Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD o CS3D) – (Dir. 2019/1937) rappresenta un ulteriore passo per la transizione verso un modello di sviluppo sostenibile.
Dopo l’approvazione del testo di compromesso da parte degli ambasciatori degli Stati membri dell’UE il 15 marzo 2024 e la votazione del Parlamento europeo il 24 aprile 2024, la Direttiva è stata definitivamente approvata dal Consiglio UE il 24 maggio 2024.
Diventerà operativa venti giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e gli Stati membri avranno due anni per implementare i regolamenti e le procedure necessarie per conformarsi alla normativa.
Direttiva CSDDD: obblighi, imprese coinvolte e sanzioni
La CSDDD delinea i requisiti delle misure di due diligence che le grandi imprese saranno obbligate ad adottare al fine di prevenire, mitigare e rimediare agli impatti negativi delle loro attività su due ambiti: diritti umani e ambiente.
In aggiunta, i soggetti coinvolti dovranno predisporre un piano per garantire che la loro strategia aziendale sia compatibile con il contenimento del riscaldamento globale a 1,5°C in linea con quanto stabilito dall’accordo di Parigi.
La due diligence prevede un monitoraggio costante al fine di prevenire gli impatti potenziali, individuare quelli effettivi e adottare adeguate misure di mitigazione. Nel caso in cui l’impresa non riesca a evitare il verificarsi degli impatti negativi nei confronti di soggetti terzi, è possibile intraprendere azioni di risarcimento.
La Direttiva si applica direttamente alle grandi imprese in perimetro, ma coinvolge indirettamente un campione molto più ampio di imprese, sulla base del concetto di «catena del valore». Le richieste della CSDDD riguardano, infatti, anche le attività di tutti i soggetti che operano a monte e a valle dell’impresa stessa.
Questo la rende un fondamentale strumento per avanzare verso gli obiettivi della transizione green e per coinvolgere gradualmente tutte le piccole e medie imprese che costituiscono il cuore del tessuto economico e sociale europeo.
Gli obblighi riguardano:
- L’integrazione delle politiche aziendali prevedendo attività di due diligence;
- L’identificazione degli impatti negativi sui diritti umani e sull’ambiente;
- La prevenzione e mitigazione dei potenziali impatti negativi;
- Eliminazione (o riduzione al minimo dell’entità) degli impatti negativi effettivi;
- L’istituzione e mantenimento di una procedura per la gestione dei reclami;
- Il monitoraggio dell’efficacia della propria politica e delle misure di due diligence;
- La comunicazione pubblica delle informazioni su politica e misure adottate.
La CSDDD prevede la responsabilità civile per le aziende inadempienti. Le potenziali sanzioni comprendono: sanzioni pecuniarie, strumenti di denuncia pubblica, strumenti per l’interruzione delle attività e/o dei comportamenti che stanno causando il danno sociale o danno ambientale.
Al fine di dare una corretta e completa informazione agli stakeholder, gli esiti della due diligence devono essere pubblicati all’interno dell’informativa di sostenibilità per le imprese soggette a CSRD o, in alternativa, sul sito web aziendale.
Le tempistiche di applicazione
La direttiva CSDDD prevede un’applicazione graduale in base alla dimensione e al fatturato delle imprese.
- 2027: per le imprese con oltre 5.000 dipendenti e un fatturato superiore a 1.500 milioni di euro
stima del numero di imprese coinvolte in Italia: 134* - 2028: per le imprese con oltre 3.000 dipendenti e un fatturato superiore a 900 milioni di euro
stima del numero di imprese coinvolte in Italia: 181* - 2029: per le imprese con oltre 1.000 dipendenti e un fatturato superiore a 450 milioni di euro
stima del numero di imprese coinvolte in Italia: 390* - *Fonte: AIDA
Gli obblighi degli Stati membri
Gli stati membri dovranno istituire un’autorità di controllo incaricata di indagare e sanzionare il mancato rispetto delle norme. Inoltre, avranno il compito di individuare delle linee guida che includano:
- Indicazioni per le aziende e best practices per condurre la due diligence;
- Indicazioni pratiche sui piani di transizione;
- Indicazioni settoriali specifiche, per il coinvolgimento delle parti interessate e la raccolta delle informazioni.
CSDDD e CSRD: due strumenti complementari
La CSDDD e la CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) lavoreranno congiuntamente per garantire una transizione verso un modello di sviluppo sostenibile. Mentre la CSRD introduce una reportistica standardizzata sugli indicatori di sostenibilità, la CSDDD richiede azioni specifiche per la due diligence lungo la catena del valore.
Nomisma avvia un percorso consulenziale per accompagnare le imprese nel recepimento della CSDDD
Per affrontare in modo strutturato ed efficace il recepimento della Direttiva ed essere allineati con il complesso quadro normativo e regolatorio che introduce, per le imprese sarà necessario saper gestire e governare in modo consapevole gli impatti ambientali, climatici e sociali della propria attività.
Grazie a una consolidata esperienza, a un team dedicato e a un approccio consulenziale “tailor made”, Nomisma è il partner ideale per tutte quelle aziende che saranno impattate direttamente o indirettamente dalla CSDDD.
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