Come capire, invece, se un’azienda è in crisi già dai primi “sintomi”?
Ma soprattutto… come salvaguardare le attività imprenditoriali più meritevoli che si trovano a navigare temporaneamente in un mare in tempesta?
È con questo obiettivo di fondo che il legislatore italiano ha messo a punto la riforma del diritto fallimentare. Il nuovo Codice della crisi e dell’insolvenza è frutto di un lungo percorso, iniziato con la Legge Delega n. 155 del 19 ottobre 2017, proseguito con il Decreto Legislativo n. 14 del 12 gennaio 2019 e culminato con l’emanazione del Decreto Legislativo n. 83 del 17 giugno 2022, che ha recepito i contenuti della Direttiva (UE) 2019/1023 (c.d. Direttiva Insolvency).
La disciplina della crisi di impresa non è più ispirata soltanto alla liquidazione dei valori aziendali – scompare il termine fallimento – per il maggiore soddisfacimento dei creditori, ma è volta alla salvaguardia del valore aziendale in se stesso, essenzialmente ai fini della sua continuità.
Il più importante elemento di novità è la responsabilizzazione dell’Imprenditore e degli amministratori (art. 3 comma 3 CCII) nell’attuazione di misure ed assetti organizzativi-amministrativi-contabili che li mettano in condizione di rilevare gli equilibri (o gli eventuali squilibri) patrimoniali o finanziari dell’impresa, verificare la sostenibilità (o la non sostenibilità) dei debiti.
Il webinar sarà l’occasione per affrontare con gli esperti di Nomisma e di Teikos cosa richiede la normativa e quali gli step per colmare i gap attuali, così da fornire agli imprenditori e agli amministratori il “giusto quadro di comando”. Iscriviti qui