Si è svolto il 19 gennaio il talk “Eco, Sisma e Superbonus: una opportunità per i Comuni” organizzato da IFEL (Istituto per la Finanza e l’Economia Locale) – Fondazione ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) per illustrare potenzialità e strumenti per attuare politiche di rigenerazione urbana su “spicchi di città” partendo dall’applicazione degli incentivi fiscali attualmente esistenti.
Il modello raccontato è quello sviluppato all’interno del progetto “Rigenerazione di Classe A“, portato avanti da AUDIS in collaborazione con ENEL X, Eni Gas e Luce, TEP Energy Solution del gruppo SNAM e con alcune amministrazioni comunali.
Marco Marcatili, Responsabile Sviluppo e Sostenibilità di Nomisma è intervenuto per raccontare il percorso svolto da AUDIS in qualità di coordinatore del progetto.
Le domande alla base del progetto “Rigenerazione di Classe A”
Il Superbonus può essere per tutti?
La prima evidenza da cui partire è che la sofferenza su pagamenti di mutuo e affitto è aumentata drasticamente e mostra un trend in continua crescita che arriverà, se non è già arrivata, a raggiungere picchi inaccettabili: in Italia 20 milioni di persone si trovano in stato di disagio, su 70 milioni a livello europeo. Questo porta a una “domanda sociale” che non può essere delusa e che deve caratterizzarsi con il costo zero e un servizio “chiavi in mano” per la famiglia al momento della realizzazione degli interventi.
Come usare gli incentivi per intervenire su spicchi di città e qualificare il contesto?
Dall’altro lato bisogna evidenziare che oggi siamo passati da una domanda di casa ad una domanda di abitare, in cui i fattori più rilevanti per le famiglie sono la qualità dell’immobile (in termini di sicurezza sismica ed efficientamento energetico), ma ancor di più la qualità contestuale (accessibilità, vivibilità, spazi pubblici e di relazione).
Il progetto “Rigenerazione di Classe A”
Da questi presupposti nasce il progetto Rigenerazione di Classe A, che ha voluto dare il suo contributo affinché le famiglie italiane possano accedere massivamente agli incentivi messi in campo dal Superbonus, portando al tempo stesso benefici collettivi in termini di qualità urbana, grazie alla presenza di una regia pubblica e all’intervento di grandi utility con l’impegno di generare “valore condiviso”.
I risultati della simulazione
La simulazione – realizzata pre Decreto Rilancio – considera interventi di riqualificazione energetica e sismica su larga scala (detraibili), affiancandoli ad interventi su mobilità e miglioramento contestuale (non detraibili e co-progettati con la comunità locale).
Analizzando le marginalità prodotte da interventi del valore di circa 15 milioni €, si evidenzia come una percentuale intorno al 10% può essere retrocessa alla sfera pubblica, tramite interventi di qualificazione del contesto. L’introduzione del Superbonus facilita questo ragionamento, aumentando la percentuale detraibile dei lavori.
Dal lato procedimentale, per interventi su edifici privati accompagnati da una retrocessione di marginalità sotto forma di micro-opere di qualificazione del contesto si è valutato di poter utilizzare lo strumento del programma urbanistico di riqualificazione; per gli interventi sull’edilizia residenziale pubblica, invece, si sono valutate le ipotesi di partenariato pubblico-privato, contratto di concessione o contratto d’appalto a seguito di una procedura ad evidenza pubblica.
Le prime sperimentazioni a Prato, Ferrara e Bologna
Trasformare il Bonus Casa in Bonus Città, un Superbonus che non riqualifichi solo gli edifici ma rigeneri paesaggio e comunità, è quindi complesso ma possibile, come vedremo prossimamente nei comuni di Prato, Ferrara e Bologna che, dopo aver collaborato alla definizione del progetto, stanno ora iniziando a sperimentare il modello sui loro territori.